Giovedì 13 settembre, a Labico, nel Resort dello chef Antonello Colonna, produttori, imprenditori ed esperti di tecnologie innovative hanno discusso di tracciamento della filiera agroalimentare nell’ambito del primo progetto di ricette storiche certificate Blockchain , messo in piedi dalla startup romana pOsti. L’Istituto Nazionale di Sociologia Rurale ha contribuito al progetto fornendo il supporto scientifico per ricostruire l’origine e la trasformazione dei piatti tipici della nostra tradizione certificando, di fatto, le ricette.

Sicurezza alimentare, made in Italy, tutela del consumatore: questi i temi caldi della tavola rotonda organizzata il 13 settembre dalla startup pOsti, per approfondire l’applicazione di tecnologie innovative, in particolare la blockchain, alla filiera agroalimentare, e i benefici derivanti dalla tracciabilità end to end.

Un progetto per il quale il nostro Istituto ha offerto il proprio contribuito attraverso un supporto scientifico nella ricostruzione dell’origine e dell’evoluzione dei piatti tipici della nostra tradizione. Il nostro lavoro si è basato sull’analisi delle fonti storiche per arrivare alla realizzazione di un documento a supporto della ricetta che identifica la storia, le materie prime, la tecnologia di preparazione, le varianti oltre a curiosità ed aneddoti.

Durante la presentazione, lo chef Antonello Colonna, Ambassador di pOsti, nel suo resort a Labico ha presentato anche ‘in limited edition’ la passata di pomodoro tracciata da pOsti, e reso omaggio nelle sue ricette d’autore al Torpedino di Fondi ‘quello buono’. 

‘’Bisogna essere visionari e investire in ricerca e sviluppo come dimensioni future dell’agroalimentare. Dopo la panzanella, abbiamo prodotto, qui a Labico, le prime bottiglie di passata di pomodoro con tecnologia blockchain. I consumatori possono conoscere tutto il processo di produzione, a partire dal trapianto delle piantine fino all’imbottigliamento e a tutte le informazioni che, in futuro, inseriremo nel nostro “libro mastro”, sfruttando le potenzialità di questa tecnologia.’’ 

La tecnologia blockchain può essere considerata lo strumento ideale per assicurare il percorso esperienziale e la capacità di riconoscere il dettaglio e la tipicità del prodotto. Con l’ausilio di un semplice QR code (consultabile tramite scansione QR) applicato da pOsti sulla confezione del prodotto, diviene possibile conoscere la regione di provenienza, la storia, la ricetta, i valori nutrizionali, la cottura, curiosità e aneddoti, oltre a dettagli sulle lavorazioni e sul tracciamento degli ingredienti che la compongono. Questi dati vengono resi disponibili, consultabili, certi, e fruibili direttamente al consumatore.

Così, Lucio Fumagalli – Direttore INSOR – racconta la sua visione sul progetto e le sue considerazioni rispetto alle possibilità per l’intera filiera agroalimentare. Un contributo in linea con la ormai storica missione dell’Istituto per la valorizzazione e la tutela delle tipicità italiane.